dimanche 16 octobre 2011


Mi manca l’italia
Quella degli odori forti dell’erba sarda
Del filu e ferro
Della pizzica che ti rivolta l’anima e il cuore
Del mare sugli scogli e della sabbia
Della parmigiana a agosto
Di salsiccia e rapini, aglio peperoncino
Pizza che si sfa
Fritta
Ricotta e teschi
Luna sul vesuvio e artifici
Il sole sulle colline
La nebbia sulla grigia pianura
La mozzarella in carrozza
E il treno firenze palermo
Gli obrobri edilizi su una natura da piangere
Le colonne gigantesche che han visto gli elefanti di pirro
I sassi
Le montagne fredde limpide sincere degli appennini
E le valli a passeggio delle alpi
La fonduta e il vino buono
Il limoncello e la grappa
Lo spritz e il veneziano
Santa croce da urlare a firenze
E la luce di roma verso le 18 a novembre
Il profumo dei pini sulla costa toscana
I pinoli da schiacciare coi sassi
E il cacciucco della nonna.
La bicicletta intorno alle mura di lucca per sognare di volare
Viareggio d’inverno soli con i cani randagi
Pietrasanta nella piazza che sa un po’ di medio oriente
La terra rossa di siena, quella bruciata del sud profondo
Il colore dei pomodori e l’uva
Le barche e i piedi marini
Le bocche di bonifacio in tempesta
La pioggia equatoriale a luglio
E il cinema all’aperto
Le processioni, le manifestazioni, la confusione
Gli urli delle vecchie per strada che gridano « carciofi ! »
La pastiera con gli amici intorno
L’aperitivo più lungo del mondo davanti al sagrato della chiesa
Gli affettati col pane casalingo
E un bel morellino di scansano.
Le curve e i tunnel catapultati nel verde, nelle case di mattoni
Negli orti privati
Le ombre lunghe
Le ombre di casa
I tappeti sul soffitto e sotto i letti
Le grandi finestre e i muri colorati.
Libri dappertutto e panni su panni su panni
E nennella sta non alla prima
Non alla seconda
Non alla terza
Non alla quarta
Nemmeno alle quinta
Non alla sesta
Alla settima.
I muri rossi scalcinati e le scritte di 30 anni fa.
I giocatori di carte che fumano col bastone nell’altra mano.
Il biliardino ai bagni mané e le focaccine di capezzano pianore
La gente abbronzata come un tizzone e i capelli ingelatinati.
Il caffe che sa di nocciola in piazza dante
A mexico
I mercanti d’arte e l’alta moda intorno a vicolo dell’oro
Andrea pazienza e la sua bologna
I portici, le paglie, la balotta
Le trattorie truci
I garage che nascondono il paradiso
Di braciole con l’uvetta passa e i professionisti
Il contrabbando e la famiglia
I motorini a livorno e i fossi
Il giacomelli che è scappato
E ha fatto bene
Il mercatino americano di una volta, con tutte le felpe e i pantaloni a zampa
Pane olio e peperoncino
Le merende dopo danza con nonna e mamma
Mortadella focaccia e estathé
Musica musica musica
A primavera che esce dalla finestra di casa dopo scuola
Bob dylan che canta
Le danze d’acqua e di ginocchia di papà
E mamma che ride cercando di essere seria
La gioia di essere aperti su due lati
E i rumori dei vicini
Dei tubi vecchi, dei topi sopra il canniccio ?
L’umido e le crepe
La merda che straripa in garage.
La creta che si secca e l’odore di grasso di maiale
Il poligono e gli archibugi vicino al fiume.
E il cerchio si chiude per riaprirsi sempre
E l’italia mi manca
E l’italia manca a se stessa.


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